Avendo da poco abbandonato i mezzi pubblici e la macchina, in favore della più ecologica e soprattutto economica bicicletta, rogorosamente a scatto fisso, mi sono trovato subito ad affrontare i rischi derivanti da una città non a misura di biciletta: Torino!
Nella mia vita ho fatto molti km in bicicletta da corsa, ma qualsiasi percorso non è mai stato così pericoloso come quello cittadino! O meglio, quello cittadino in Italia: ho provato a pedalare a Copenhagen (esperienza che vi consiglio) è ho pottuto toccare con mano, in questo caso con ruote, come le cose possano essere ben differenti! Si potrebbe parlare per ore di tutte le cose positive che si dovrebbero esportare da quella città, come da altri pesi del nord europa molto più civili del nostro! (le piste ciclabili sono solo una delle cose da cui dovremmo prendere spunto!)
Bisogna ammettere che molto è stato fatto a Torino negli ultimi anni per migliorare la circolazione a pedale (piste ciclabili nuove, [to]Bike ), ma purtroppo non sufficiente! (tra l'altro leggo ora questa spaicevole notizia 100 biciclette del [TO]Bike vandalizzate)
Ho deciso quindi di patecipare alla 3° Critical Mass Digitale promossa dal movimento #salvaciclisti, pubblicando questo messaggio per il nostro "amato/odiato" Presidente del Consiglio, fiducioso che le cose possano migliorare!
Se ci credete, condividete!
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, Prof. Mario Monti,Abbiamo molto apprezzato la nota con cui Lei il 14 maggio scorso ha dato sostegno alle istanze della campagna #salvaiciclisti sottolineando i vantaggi economici derivanti dall’uso della bicicletta in ambito urbano e definendo la bicicletta come “mezzo di trasporto “intelligente”, sia dal punto di vista dell’impatto ambientale, sia a livello economico, dato che riduce sensibilmente i costi legati alla mobilità urbana, sia, aspetto non meno rilevante, per la salute degli individui.”Infatti, in questo periodo di crisi economica, per ridurre i costi derivanti dalla mobilità, molte persone fanno sempre più ricorso all’uso della bici, anche per andare al lavoro.Purtroppo nel nostro Paese coloro che decidono di utilizzare la bici per recarsi al lavoro, si trovano a confrontarsi con una legislazione che, non solo non incentiva, ma addirittura penalizza chi utilizza questo mezzo di trasporto. In Italia, in caso di sinistro durante il percorso casa-lavoro effettuato in bicicletta, l’INAIL riconosce al lavoratore lo status di “infortunio in itinere” “purché avvenga su piste ciclabili o su strade protette; in caso contrario, quando ci si immette in strade aperte al traffico bisognerà verificare se l`utilizzo era davvero necessario” [nota INAIL].Mentre nel resto d’Europa l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto per recarsi al lavoro è sistematicamente incentivato e promosso, in Italia il lavoratore che decide di spostarsi senza inquinare e senza creare traffico, non solo non riceve alcun incentivo, ma deve farlo a proprio rischio e pericolo e senza tutele.Allo scopo di mettere fine a questo anacronismo è in corso una campagna promossa dalla Federazione Italiana Amici della Bicicletta (FIAB) che chiede la modifica dell’art. 12 del D.Lgs. 38/2000 e di aggiungere al testo attuale la frase: “L’uso della bicicletta è comunque coperto da assicurazione, anche nel caso di percorsi brevi o di possibile utilizzo del mezzo pubblico”, esattamente come previsto per il lavoratore che si reca al lavoro a piedi.La proposta della FIAB ha già raccolto oltre diecimila firme e ricevuto parere favorevole da parte di ben tre Regioni, tre Province e sedici Comuni tra cui Milano, Bologna e Venezia che ravvisano grande imbarazzo nel chiedere ai concittadini e ai propri dipendenti di usare la bicicletta senza poter garantire nel contempo adeguate tutele.Con la presente chiediamo a Lei, al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e ai Presidenti di Camera e Senato di voler intervenire al più presto per porre fine a questa discriminazione che non ha eguali in Europa e di accogliere questa proposta di modifica legislativa.Per ulteriori informazioni sul tema dell’infortunio in itinere per il pendolare in bicicletta, Le segnaliamo il sito internet www.bici-initinere.info che è stato predisposto allo scopo di diffondere consapevolezza rispetto a questa campagna.Confidando in una sua pronta risposta e auspicandoci condivisione nel merito,cogliamo l’occasione per salutarla cordialmente --------------------------Se anche tu ritieni che chi si reca al lavoro in bicicletta non debba essere vittima di discriminazioni invia questa lettera direttamente al Presidente del Consiglio, al Ministro competente e ai Presidenti di Camera e Senato: e.olivi@governo.it; gabinettoministro@mailcert.lavoro.gov.it; fini_g@camera.it; schifani_r@posta.senato.it.Inoltre puoi contribuire alla diffusione di questa iniziativa attraverso il tuo blog, il tuo sito internet oppure attraverso il tuo account di Facebook o di Twitter.
www.salvaiciclisti.it |
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